giovedì 25 settembre 2008
Cultura,educazione,formazione: una trama di rapporti
Ecco qua quello che intendo con cultura formazione ed educazione, quello che credo dovrebbe essere anche se per il momento sembra essere una grande utopia.
Per non tediarvi con parole sconclusionate userò le parole di Rubens Alves, brasiliano, teologo docente di filosofia, psicoanalista, educatore, narratore e molto altro...
Non basta che i poveri abbiano pane. Bisogna che il pane sia mangiato con gioia, nei giardini. Non basta che le porte delle prigioni siano aperte. Bisogna che ci sia musica nelle strade. Non basta che ci sia la scuola. Bisogna che a scuola si insegni alle bambine e ai bambini il linguaggio dell'amore.
Così esse/i scopriranno la gioia di vivere che noi abbiamo perduto.
Bisogna che l'apprendimento sia un'estensione progressiva del corpo, che cresce non solo nella sua capacità di capire, ma anche nella sua capacità di sentire il piacere, il piacere della contemplazione della natura, il fascino davanti ai cieli stellati, la sensibilità tattile verso le cose che ci toccano, il piacere della conversazione, il piacere delle storie e delle fantasie, il piacere del cibo, della musica, del far niente, del riso, di una barzelletta. In fin dei conti non è per questo che viviamo, il puro piacere di essere vivi? ritenete che questa proposta sia indecente? Ma io credo che riusciamo a imparare solo le cose che ci danno piacere. Si sente dire che l'educazione brasiliana [ e io dico anche quella italiana] è un disastro assoluto, "i ragazzi non imparano assolutamente niente". Il corpo, quando qualcosa di indigesto si blocca nello stomaco, ricorre ad una contrazione viscerale salutare: vomita. Il disastro dell'educazione è perciò un segno evidente di salute e una protesta: il cibo è deteriorato, puzza, ha un sapore strano.
Io credo inoltre che la disciplina e la voglia di studiare sorgono solo dal piacere.
E' esattamente quando il piacere è assente che la minaccia diventa necessaria.
A me piacerebbe quindi che i nostri curricoli fossero simili al canto La Banda (di Chico Buarque), che fa marciare tutti senza imporre, solo grazie all'amore di cui parla. Ma nei nostri curricoli dove stanno le cose dell'amore? come vorrei che essi fossero organizzati sulle coordinate del piacere: che parlassero delle cose belle, insegnassero Fisica con le stelle, gli acquiloni, le trottole e le biglie,
la Chimica con la culinaria, La Biologia con gli orti e gli acquari, la Politica con il gioco degli scacchi; e che ci fosse la storia comica degli eroi, le cronache degli errori degli scienziati, e che il piacere e le sue tecniche fossero oggetto di molta meditazione e sperimentazione!
Fintanto che non arriva la società felice, che ci siano almeno dei frammenti di futuro in cui la gioia sia servita come sacramento, perchè i bambini imparino che il mondo può essere differente. La scuola stessa sia un frammento di futuro. I bambini non sanno, ma i genitori vogliono per i figli la scuola o il collegio più severi e i bambini perdono così la gioia di vivere, la gioia di imparare, la gioia di studiare. Infatti la gioia dello studio consiste nella pura gratuità : studiare come chi gioca, studiare come chi ascolta musica. Ma, quando il terrore è instaurato, non ci sarà più tempo per la poesia, per amarla; e neanche per la curiosità storica, per pura curiosità, e neanche per la meditazione oziosa, cosa questa che fa parte del piacere di vivere.
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6 commenti:
"la gioia dello studio consiste nella pura gratuità"
Il pezzo è bellissimo, ma se ti sente la Gelmini (o la sua predecessora Moratti, perchè Fioroni non ha lasciato tracce significative) ti piglia a schioppettate...
credo di sapermi difendere da gente come lei.
si spara dritto in faccia no? tanto per citare gli Africa Unite...
a parte gli scherzi... dobbiamo difenderci noi da tipe così!
bellissimo....
ah, dimenticavo, i premi sono tuoi tutti a tre!!
Quando leggo questo tipo di post, credo che non tutto sia andato ancora perso.
Grazie gattina per questa iniezione di speranza.
Un caro saluto.
Ciao bellissima!!
Passo a salutarti e a dirti con orgoglio che, alla velocità di un bradipo, ho fatto il meme per cui mi hai nominata un mese e mezzo fa.
Quando si dice....MEGLIO TARDI CHE MAI!
Ah, dimenticavo: c'è anche un piccolo riconoscimento per te!
Un bacio grandissimo e buona domenica :)
Sono totalmente d'accordo, totalmente! Solamente se si trova la giusta via per far appassionare i ragazzi alla curiosità del sapere si potrà dare una raddrizzata al sistema educativo, tristemente allo sbando. Non è con la minaccia o con la severità che si può attuare questo auspicio, ma solo con la passione!
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