venerdì 23 gennaio 2009

E' vietato digiunare in spiaggia


Mercoledì sera sono andata a teatro, sono ormai sei anni che io e il mio moroso facciamo l'abbonamento al teatro stabile di Genova e abbiamo visto molti spettacoli davvero belli e toccanti... quello di mercoledì è stato uno dei più belli...

Il protagonista di questo spettacolo-documento è Danilo Dolci (1924-1997), candidato più volte al Premio Nobel per la Pace. Non la sua vita, però, ma alcuni momenti della sua attività in Sicilia. Soprattutto, la sua azione di pedagogo che applica la socratica arte maieutica tra un popolo ignorante, sfruttato e incarcerato; e la sua funzione di "agitatore" politico raccontata attraverso due momenti significativi della sua storia: il primo rappresentato dal collettivo digiuno sulla spiaggia per protestare nei confronti della collusione tra forze dell’ordine e pescatori di frodo; il secondo concretizzatosi nello "sciopero alla rovescia" che portò Dolci e i suoi seguaci a ristrutturare una strada dissestata, essendo per questo processato e condannato. È vietato digiunare in spiaggia è uno spettacolo civile, raccontato con struttura dichiaratamente brechtiana, secondo la quale il protagonista emerge all’interno di un sistema di comunicazione che evoca in modo esplicito il teatro dei pupi siciliani.

Alternando momenti ideologicamente e drammaticamente molto forti (il pestaggio nella caserma dei carabinieri) ad altri che lasciano spazio a toni popolari, alla comicità e alla bravura degli attori; coinvolgendo due volte direttamente il pubblico: la prima con la chiamata sul palcoscenico di quattro volontari per assumere i ruoli dei coimputati al processo; la seconda con la salita sul palco di un autorevole rappresentante del mondo civile, politico e culturale (uno diverso ogni sera) per leggere l’arringa pronunciata in aula da Piero Calamandrei in difesa di Danilo Dolci.

Anche se nella sua vita Dolci è stato architetto, sociologo, pedagogo, poeta, e si è occupato dei problemi della fame in Sicilia, dell’acqua, della mafia, della comunicazione di massa, È vietato digiunare in spiaggia tratta soprattutto del processo che subì per aver organizzato lo "sciopero alla rovescia" il 2 febbraio 1956, quando, per protestare contro la disoccupazione e la miseria, i manifestanti decisero in modo assolutamente pacifico di sistemare una vecchia strada impraticabile. Per questo, Dolci fu incarcerato, processato e, nonostante l’arringa in sua difesa fosse pronunciata da Piero Calamandrei, fu condannato. Un paradosso che si fa teatro, capace di evocare dai piccoli fatti quotidiani ai grandi dilemmi, l’Italia lacerata di quei tempi».

Devo ammettere la mia ignoranza... non conoscevo la storia di Danilo Dolci e me ne vergogno un pò perchè era davvero un grande uomo! Ma ora mi documenterò.
Per chi è interessato su Wikipedia si trova anche la sua bibliografia



« Se l'occhio non si esercita, non vede.

Se la pelle non tocca, non sa.

Se l'uomo non immagina, si spegne. »

(Danilo Dolci, da Il limone lunare)

4 commenti:

Coq Baroque ha detto...

Siamo in due a vergognarcene allora, tu un po' meno... Mi documento, appena mi passa la sbronza!

il Russo ha detto...

Il lascito di Dolci è importantissimo ma ignorato dai più, è opera meritoria da parte tua, ben hai fatto a raccontare di questo bello spettacolo.

Damiano Aliprandi ha detto...

Mi vergogno a dirlo ma sono anni che non assisto a nessuna opera teatrale e mi vergogno ancor di più perchè non conosco Dolci. E vedo che devo correre subito ai ripari!

Gap ha detto...

Nulla da dire, Dolci lo lessi in età giovanile quando pensavo che sarei diventato un sociologo per poter cambiare il mondo. Si ero un po ingenuo, o cojone, fate voi.